L’allergia agli arachidi è un’allergia alimentare molto comune, con un tasso d’incidenza inferiore solo al latte e alle uova. Molto spesso non è sufficiente evitarne il consumo per stare tranquilli, perché possiamo trovare tracce di arachidi, usate come addensante, in altri prodotti distribuiti dall’industria alimentare.
Ma cos’è l’arachide? Si tratta di un legume, della stessa famiglia dei piselli e lenticchie, ma le sue proteine sono più simili nella struttura a quelle delle noci. Per questo motivo, le persone che sono allergiche alle arachidi possono esserlo anche alle noci, mandorle, nocciole e anacardi.
L’intolleranza alle arachidi si manifesta sin dall’infanzia e di fatto, per lo meno negli Stati Uniti, dove si fa un largo uso di alimenti a base di noccioline, rappresenta l’allergia alimentare infantile più diffusa.
Uno studio condotto nel 2013 dal Centers for Disease Control and Prevention nel Stati Uniti ha rilevato che il 5,1% dei bambini ha manifestato questa allergia, rispetto al 3,4% rilevato nel 1997. Anche se la ricerca è ancora molto lontana da scoprirne le cause, i medici sono certi di un fatto: l’allergia alle arachidi nei bambini è in aumento.
Reazione allergica agli arachidi
Il sistema immunitario dei soggetti predisposti, interpreta la proteina delle noccioline come un invasore, un potenziale pericolo per l’organismo. Quello che succede, una volta ingerita l’arachide è la classica reazione allergica, dove sostanze chimiche come l’istamina vengono rilasciate nel corpo.
Il rilascio di queste sostanze causa i seguenti problemi:
- dispnea
- problemi respiratori
- tosse
- raucedine
- costrizione alla gola
- mal di stomaco
- vomito
- diarrea
- prurito agli occhi e lacrimazione
- orticaria
- eruzioni cutanee
- gonfiore
- abbassamento della pressione sanguigna
La reazione allergica può avere tempi e modi dissimili, tutto dipende dalla persona, che addirittura può reagire diversamente manifestando uno o più sintomi in circostanze diverse.
L’allergia alle arachidi può causare la reazione più grave, denominata anafilassi. Lo shock anafilattico può iniziare con alcuni degli stessi sintomi di una reazione meno grave, ma poi peggiora rapidamente, portando gravi problemi di respirazione, vertigini e perdita dei sensi. Se non viene trattato rapidamente, rappresenta un reale pericolo per la vita stessa.
Anche se una piccola quantità della proteina incriminata può scatenare una reazione grave, è raro che ciò avvenga solo attraverso la respirazione delle particelle di arachidi, poiché la proteina deve essere ingerita per causare la reazione allergica. Tuttavia, in casi molto rari, può accadere che il soggetto reagisca solamente all’odore, in ambienti chiusi, come ad esempio un bar, dove si possono trovare arachidi sgusciate (a disposizione dei clienti per l’aperitivo). Il soggetto inala e di conseguenza ingerisce la proteina, con la possibilità di una reazione allergica.
Curare l’allergia agli arachidi
Sarebbe possibile prevenire un’eventuale allergia alle arachidi introducendo a piccolissime dosi questo alimento nella dieta dei bambini fin da piccoli.
Ad affermarlo sono i risultati di uno studio britannico condotto dai ricercatori del King’s College di Londra. Per giungere a questa conclusione, gli studiosi sono partiti da un dato: quello relativo alla bassissima incidenza di allergia alle arachidi registrato nei bambini israeliani, i quali, per tradizione, si abituano a consumare questo cibo sin da molto piccoli.
Hanno così suddiviso circa 600 bimbi di età compresa fra 4 e 11 mesi in due gruppi, uno dei quali doveva consumare 6 grammi di arachidi a settimana fino al compimento del quinto anno di età. Analizzando la comparsa di allergie alle arachidi all’interno dei due gruppi, i ricercatori hanno così constatato che in quello abituato a consumarle l’incidenza di allergie era minore dell’81%.
I risultati dello studio, presentati in occasione del convegno dell’American Academy of Allergy, Asthma and Immunology di Houston, dimostrano quindi l’efficacia dell’introduzione progressiva di arachidi nella dieta dei bambini per scongiurare il rischio che si manifestino reazioni allergiche e non è la prima volta che ciò accade.
Anche gli scienziati statunitensi della Northwestern University pensano di aver trovato un modo per sconfiggere definitivamente questa allergia alimentare.
Gli studiosi hanno concentrato i loro sforzi su una delle più diffuse tra queste forme di reazione al cibo, l’allergia alle arachidi.
La soluzione escogitata dai ricercatori, guidati dal dottor Paul Bryce, è quella di convincere in qualche modo il sistema immunitario che le proteine contenute nelle noccioline non siano una minaccia per il corpo.
La loro tecnica consiste nel fissare le proteine delle arachidi ai globuli bianchi o leucociti, per non farle apparire come corpi estranei potenzialmente nocivi, secondo un modello sperimentato sui topi allergici. Dopo due trattamenti, i topi sono stati nutriti con un estratto di arachidi, che però non ha causato la reazione allergica, poiché il sistema immunitario dei roditori riconosceva le proteine come sicure.
Questo metodo era già stato usato in precedenza per colpire le malattie autoimmuni, tuttavia è la prima volta che viene utilizzato per curare le malattie allergiche.
Un effetto collaterale positivo di questo trattamento è che contribuisce a normalizzare e riequilibrare il sistema immunitario dei soggetti aumentando il numero di cellule T regolatrici, le cellule immunitarie il cui compito è di riconoscere le proteine delle arachidi come innocue.
Articolo a cura di VivoBenessere